18 febbraio 2019

Stadio di Brescia, per una progettazione condivisa e partecipata

Ad aspettare e procrastinare si finisce con l’essere stritolati dalle necessità contingenti: il Brescia in serie A costringerà forse ad accettare, per lo stadio di Brescia, soluzioni tampone, che soddisferanno le esigenze di “Brescia Calcio s.p.a.” e dei suoi sostenitori (che a quella società portano introiti ) ma che fanno perdere alla città di Brescia, ovvero alla comunità di tutti i suoi cittadini, l’occasione di dotarsi di una struttura non solo significativa per lo sport, ma unica nel sistema urbano e potenzialmente identitaria per l’ immagine presente e futura della città.

Lo stadio "Rigamonti" di Brescia - Mompiano

Negli ultimi decenni in Europa e nel mondo la costruzione o la ristrutturazione delle arene sportive, stadi per il calcio o per altre discipline si sono sempre caratterizzati per essere complessi edilizi che integrano molteplici strutture sportive, edifici destinati all’ospitalità (alberghi, ristoranti), all’intrattenimento, parchi, giardini e luoghi pubblici per tutti.
SI può considerare in proposito, come caso esemplare, l’Allianz Stadium di Monaco, costruito nel 2000 su progetto di Herzog e De Meuron, ma, citando realtà più simili a quella bresciana, si possono citare progetti quali quello per lo stadio di Dundee, in Scozia, per lo stadio di York in Inghilterra, per quello di Bordeaux e per quello di Montpellier, in Francia. 
Lo stadio di Boredeaux (2015) - progetto Herzog e De Meuron

Lo stesso progetto per lo stadio definitivo di Cagliari (che il presidente del Brescia Calcio dovrebbe ben conoscere), sorgendo sul sito del preesistente Sant’Elia mira a ridefinire , con un insieme sistematico di opere, il rapporto della città con lo sport. Il caso di Cagliari è per molti versi paragonabile a quello del Rigamonti: anche lì si è dovuto provvedere in fretta e furia a realizzare una struttura provvisoria in attesa di quella che sarà la definitiva Sardegna Arena, che vedrà la luce forse nel 2022.

Insomma, la costruzione o la ristrutturazione di uno stadio è stata vissuta ovunque come occasione per ridisegnare un parte importante e significativa della città, senza cedere, a necessità contingenti ma con sguardo lungimirante e spesso condiviso dai molteplici attori sociali, consapevoli delle opportunità che l’iniziativa può favorire, oltre che dei vantaggi che procura ai suoi promotori.
Il primo e più evidente dei contributi che la costruzione di un nuovo stadio produce è l’impatto sul paesaggio: modifica significativamente la percezione del luogo, una percezione che si riverbera non solo sugli immediati dintorni della costruzione, ma che, per effetto dell’impatto causato dalle infrastrutture che servono per accedervi, e per i movimenti dei visitatori nel territorio, ha effetti sulla più ampia struttura territoriale.
Altri contributi derivano dalle destinazioni specifiche della costruzione: se monofunzionale, ovvero destinata ad ospitare eminentemente eventi calcistici, sarà un corpo che si anima e vive solo in occasione delle partite e in quelle occasioni anche i parcheggi, le costruzioni di servizio, le strade di accesso, saranno vissute, rimanendo deserti di cemento negli altri giorni.
Effetti si hanno anche per la eventuale impermeabilità dei sito: un blocco monofunzionale, che richiede strutture che ne garantiscano la sicurezza e l’accessibilità controllata in tutte le sue parti, si configura come un vuoto urbano, un luogo esclusivo e mai inclusivo.
Uno stadio moderno deve essere oltre che permeabile alla città e inclusivo, essendo occasione di formazione di luoghi pubblici, anche sostenibile ovvero struttura che definisca con chiarezza e ottimizzi la sua interdipendenza con le risorse naturali, sia nella costruzione sia nella gestione, minimizzando o annullando l’impiego di risorse non rinnovabili (esempi di strutture per lo sport a impatto zero, ce ne sono, grazie all’impiego massivo di fonti energetiche rinnovabili - energia solare o geotermica).
Dunque lo stadio di Brescia, così come oggi si presenta quello di Mompiano, quand’anche fosse ristrutturato in modo minimale in sito, è adeguato ai tempi che viviamo? Risponde all’esigenza di costruire luoghi inclusivi, permeabili, che contribuiscono positivamente alla costruzione (o rigenerazione) del paesaggio urbano, che minimizzano consumo di suolo e impiego di risorse non rinnovabili?

Probabilmente no, salvo che l’intero sito dello stadio non sia ristrutturato, con un processo che veda tra i suoi protagonisti la comunità che lo ospita, attraverso i suoi rappresentanti eletti, ma anche attraverso forme di coinvolgimento della cittadinanza, adeguatamente formata e informata (magari attraverso procedure e strutture di cui la Municipalità dispone, come l’Urban Center e i Consigli di Quartiere).
Il progettista dovrebbe essere chiamato a confrontarsi con la cittadinanza, rispondendo a vincoli assegnati dalla comunità (e non solo a vincoli di sostenibilità economica), rispondendo ad un bando che sia frutto di un confronto oltre che con la cittadinanza anche con la comunità scientifica e culturale più evoluta, confronto che può svilupparsi anche attraverso i media, grazie ai contribuiti che questi offrono all’approfondimento e alla divulgazione dei contenuti.
Infine la localizzazione: tramontata definitivamente l’ipotesi di sacrificare suolo naturale (o da rinaturalizzare) nella zona del Parco delle Cave, si è ventilata la possibilità, proposta, tra gli altri da Valerio Vitali sulle pagine del Corriere, di approfittare dell’opportunità data da questa iniziativa per risanare l’area della Caffaro inquinata da PCB.
Se fosse economicamente sostenibile, e non comportasse consumo di suolo naturale, questo potrebbe essere un ulteriore contributo alla rigenerazione di un’area, che costituisce un vulnus per l’intera città.
È comunque evidente che a Mompiano, o presso Via Milano, o in altra localizzazione, lo stadio dovrà sorgere su un’area in massima parte già urbanizzata, senza alcun consumo di verde, ma, possibilmente, recuperando verde urbano da suoli compromessi. Una struttura per Brescia e non solo per Brescia Calcio.

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