25 settembre 2007

Ragioni del centro storico

La discussione sul destino del centro storico di Brescia, si rianima.
La Confesercenti chiede l'opinione di Cervellati, urbanista con qualche notevole responsabilità nella riqualificazione del centro storico di Bologna e conseguente pedonalizzazione.
L'architetto Abba, ex consigliere comunale socialista, riflette sui flussi e riflussi delle città, senza tuttavia prendere apertamente posizione.
Si parla di spegnere le telecamere su uno degli accessi al centro storico (quello "più popolare" di Via San Faustino.
Ma quello che manca è una visione (gli anglosassoni direbbero "vision") del centro della città.
Negli anni '80 si piangeva l'espulsione delle residenze dal centro a vantaggio del terziario direzionale.
Nel 2000 il terziario, prima commerciale e ora direzionale, dal centro migra verso nuovi parchi urbani esterni al tessuto storico.
La limitazione del traffico, se il centro perde le sue caratteristiche di centro, mi pare che non abbia più ragion d'essere, se non per la salvaguardia dei monumenti. Ha senso solo se nel centro storico si concentrano funzioni e utilità che restituiscono a quella parte di città un valore non solo simbolico e turistico ma anche di uso quotidiano.
La realtà cosa ci dice: che per prendere una raccomandata dobbiamo andare in periferia (in macchina), per fare la spesa dobbiamo andare in periferia (in macchina), per andare all'ACI idem, i certificati ce li danno nelle anagrafi decentrate (a cui ci rechiamo in macchina, anche se distano poche centinaia di metri), a scuola andiamo in macchina, le migliori gelaterie sono fuori dal centro; i migliori ristoranti, pure; il luogo dello struscio è ai confini del centro (a cui si può accedere in macchina), gli ambulatori medici pure.
In compenso, se abito in centro, e sono anziano, non ricevo le visite dei figli o degli amici, che dovrebbero venirci a piedi, o in autobus;
le vie più turistiche si avviano a diventare surrugati di parchi tematici, con botteghe e punti di ristoro internazionalizzati nel loro kitsch consumistico, arredi urbani che restituiscono l'identità solo dei loro produttori.
Forse possa accontentarmi di raggiungere il centro a piedi la sera, per andare al Teatro Grande unica attrazione cittadina del centro città, (avendo 25 euro da spendere che diventano 100 per una famiglia di quattro persone) perchè il parcheggio di piazza Vittoria costa solo un euro per tutta la notte.
Con tutto ciò non intendo dire che la ZTL è sbagliata, ma che è sbagliata se non è accompagnata da iniziative che diano al centro, in quanto centro pedonale una sua ragion d'essere specifica nell'attuale città postindustriale.
Se questa ragione debba essere quella di diventare un quartiere residenziale (moderna periferia nella città dello sprawl), bhè, i critici degli anni '80, almeno loro, non piangeranno, anzi, con tutta probabilità, la abiteranno.